Le Family group conferences sono un processo relazionale, accompagnato - da una figura denominata facilitatore - nel quale la famiglia allargata assume decisioni ed elabora interventi a favore di bambini e ragazzi che si trovano a vivere una situazione di difficoltà che rende necessaria la predisposizione di un Progetto di tutela e cura per proteggerli e garantire il loro benessere.

Detto in altre parole sono un incontro strutturato nel quale i partecipanti (membri della famiglia, altre persone significative legate al nucleo familiare, operatori dei servizi), interessati al problema e motivati nell’affrontarlo, si riuniscono per decidere insieme come affrontare i problemi presenti e cercare soluzioni utili a contrastare le difficoltà che minacciano il benessere del minore.

 

Le Family group conferences abbracciano un approcio di tipo partecipativo, sono centrate sui punti di forza della famiglia, rispettano la cultura familiare, promuovono processi di empowerment e sono focalizzate sulla ricerca di soluzioni.

 

 

I PRINCIPI DELLE

FAMILY GROUP CONFERENCE

Empowerment

Le Family group conference si basano sul principio della valorizzazione delle capacità della famiglia e del suo sapere esperienziale. Il focus è posto sui punti di forza della famiglia piuttosto che sulle mancanze.

Si abbraccia l’idea che la famiglia, anche nei momenti di difficoltà, esprima etica della cura nei confronti dei suoi membri più fragili e, se adeguatamente accompagnata, sia in grado di fuoriuscire dai problemi presenti individuando buone strategie di intervento.

Relazionalità

Ogni minore ha diritto a crescere nella propria famiglia e anche nelle situazioni di difficoltà ha il diritto di mantenere un legame con le relazioni familiari e il proprio contesto di vita. Il gruppo famigliare è il luogo maggiormente adeguato per il benessere e la protezione di bambini e ragazzi.

Per queste ragioni gli operatori sociali devono connettere il loro agire professionale con le energie del “sociale” vicino alla famiglia preoccupato per le difficoltà presenti, motivato a fronteggiarle e a

muoversi congiuntamente verso una comune finalità di benessere.

Partecipazione

Le Family group conference si basano sul diritto del minore e della famiglia a partecipare attivamente ai processi decisionali che le riguardano per poter incidere efficacemente sui propri percorsi di vita familiare e per poter ri-orientare la propria esistenza in direzione di un maggior benessere. I professionisti, abbracciando un approccio partecipativo, sono chiamati a lavorare con le famiglie per promuovere e supportare la loro capacità di prendersi cura di bambini e ragazzi e

trovare soluzioni proprie ai problemi presenti.

LA STORIA DELLE FAMILY GROUP CONFERENCE

Nascono in Nuova Zelanda in risposta alle istanze del movimento di pressione pubblica della tribù dei Maori che accusa lo Stato di razzismo istituzionale. Un elevato numero di bambini/ragazzi Maori sono, infatti,  allontanati dalla propria famiglie e collocati in istituto in cui operano in prevalenza operatori bianchi oppure si trovano in affido familiare presso famiglie bianche. Nei servizi di tutela minorile, inoltre,  lavorano per la quasi totalità operatori bianchi che nelle situazioni di minori in difficoltà prediligono come intervento principale  l’allontanamento da casa e l’inserimento in una struttura. I Maori chiedono con forza che i professionisti  prima di cercare soluzioni esterne e di tipo istituzionale cerchino  soluzioni interne alla famiglia allargata  e alla tribù.

Le Family group conference vengono sancite a livello legislativo nel Children e Families Act del 1989.

I SOGGETTI COINVOLTI

I soggetti coinvolti nel processo della Family group conference sono:

- bambini/ragazzi

- genitori

- altre persone significative (amici, colleghi, vicini di casa)

- servizi sociali e altri operatori

- facilitatore

- operatore di advocacy

Protagonista indiscussa è la famiglia intesa in senso allargato. Nel processo sono coinvolti i bambini/ragazzi i suoi genitori e la rete di relazioni significative e supportive che ruotano intorno al loro mondo familiare. L’attivazione del processo avviene su proposta del servizio sociale referente

della situazione che intravede nella FGC una opportunità per la famiglia; la sua collaborazione è fondamentale durante l’incontro e nella successiva fase di implementazione per la buona riuscita del percorso.

IL FACILITATORE

È il soggetto che si occupa di gestire il processo dalla fase di preparazione della riunione di famiglia  a quella di facilitazione vera e propria  della FGC con l’obiettivo di sostenere la famiglia nel suo compito di progettazione. Per poter svolgere il suo lavoro al meglio, il facilitatore deve essere indipendente  rispetto all’ente che ne richiede l’attivazione e non deve in alcun modo partecipare alla presa di decisioni che riguardano la vita del minore e dei suoi genitori. Al coordinatore non sono richieste particolari competenze professionali, bensì considerevoli abilità nelle relazioni interpersonali e qualità personali che lo portino a essere aperto, flessibili, accogliente e fiducioso nelle capacità della famiglia di far fronte ai propri problemi.

L'OPERATORE DI ADVOCACY

L’operatore di advocacy nel modello delle Family group conference svolge la funzione di affiancare e sostenere  bambini e ragazzi nel confronto con gli adulti ce partecipano alla Riunione di famiglia. La finalità principale del suo operato è quella di dare voce ai pensieri e alle opinioni di bambini e ragazzi affinché vengano ascoltati e trovino un posto concreto nell’elaborazione del Progetto di tutela. L’operatore di advocacy è una figura indipendente rispetto al servizio di tutela minorile e non partecipa al processo  di decisioni che riguardano la vita del minore.

IL PROCESSO

Il processo della Family group conference, volto a garantire la reale partecipazione della famiglia ai processi decisionali che la riguardano, si compone di cinque fasi: attivazione, preparazione, riunione di famiglia, implementazione e monitoraggio.

a. Attivazione

Il processo prende avvio con l’invio da parte del servizio territoriale, in accordo con la famiglia, della scheda di attivazione al servizio per le FGC. La scheda di attivazione è accompagnata da informazioni utili relative alla famiglia, alle preoccupazioni presenti rispetto al minore, alle risorse a disposizioni (familiari e istituzionali) e una serie di domande di domande centrate sulla tutela del minore formulate dal  servizio sociale  per facilitare la famiglia nella corso stesura del Progetto.

b. Preparazione

In questa fase il facilitatore lavora con il minore e i suoi genitori per identificare le persone che desiderano invitare alla Family group conference. Il facilitatore incontra singolarmente tutte le persone  invitate per prepararle ad una  partecipazione consapevole. Decide, insieme ai partecipanti, le questioni organizzative legate alla data, all’ora e al luogo dell’incontro.

c. Riunione di famiglia

La FGC vera e propria è scandita da tre momenti principali:

1. Condivisione delle informazioni: in apertura dell’incontro, i familiari e i professionisti presenti sottolineano gli elementi di rischio e pregiudizio che intravedono nella situazione di vita del minore e dei genitori, le informazioni in loro possesso sulla famiglia, i loro compiti istituzionali e le risorse a disposizione nella stesura del progetto;

2. Momento riservato alla famiglia: la famiglia viene lasciata sola per potere pianificare in autonomia.  I partecipanti all’incontro devono individuare un progetto concreto sul quale concordano e decidere se e come rivederlo dopo un determinato periodo di tempo. Il facilitatore, in questa fase, resta a disposizione della famiglia per supportarla nel caso in cui se ne presenti la necessità;

3. Condivisione e accoglimento del progetto: la famiglia espone, con l’aiuto del facilitatore, il progetto ai professionisti per la sua discussione e sottoscrizione. Il Progetto può essere rigettato solo nel caso in cui non sia ritenuto dai servizi sufficientemente protettivo per il minore.

d. Implementazione

La famiglia  si attiverà per realizzare il Progetto definito, contando sul supporto e la collaborazione del servizio di tutela istituzionalmente competente.

e. Monitoraggio

Nel corso della prima riunione familiare viene individuata con la famiglia una FGC di verifica. In questo incontro, simile al precedente nel suo funzionamento, il progetto viene rivisto, per verificare se ha funzionato, se sono necessarie modifiche o se bisogna intervenire in altro modo per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

AMBITI DI APPLICAZIONE E PROGETTI PILOTA

Le Family group conference nascono nell’ambito della tutela minorile ma  trovano successivamente applicazione in altri ambiti del alvoro sociale quale il penale minorile, l’ambito scolastico, le situazione di violenza domestica, di separazione e divorzio, la salute mentale e gli anziani.

Per quanto riguarda il contesto italiano sono stati avviati progetti pilota nell’ambito del penale minorile, della tutela minorile, dell’affido familiare e della scuola.

Referente Family Group Conference

Barbara Gavardini

via Cavour, 24

21040 Venegono Inferiore

info@lacasadavantialsole.org

tel. 0331 864329

p.iva 01453990127